Gianfattori Carlo Ferrante

Essamina del Co. Andrea dell'Arca (pseud.) intorno alle ragioni del conte Lodovico Tesauro in difesa d'un Sonetto del Cavallier Marino.


Bologna, V. Benacci, 1614.


In-4°, pagine 98, [2]. Vignetta al frontespizio (raffig. un leone aggredito da un serpente e da un grosso gambero), a p.88: bella fig. inc. in rame, a piena pagina (raffig. Ercole ed un giovane armato di una fiaccola combattono l'Idra, mentre ai loro piedi strisciano alcuni gamberi) tratta da un dis. del Carracci. Legatura coeva in piena pergamena molle. Timbro a secco sul frontespizio d'antico possessore. Macchie d'umidità lavabili alle ult. cc., ma buon esemplare.

Edizione originale molto rara, sconosciuta a Parenti. Lancetti, 77. Melzi I, 80: "...L'Affò (Mem. degli scrittori Parm. tom. V, p.20 e segg.) parla di questa celebre lite, nata dall'avere il Marino in un sonetto chiamato il leone La fera magnanima di Lerna, quando che la fera uccisa in Lerna da Ercole fu l'idra, e non il leone ch'egli atterrò in Nemea". Aut. ital. Seicento, 3571. Borzelli, 372.

Codice:   5543

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